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Vipera walser

Pubblicato su da Filippo Peverelli

A lungo considerata Vipera berus, a causa dell'incredibile somiglianza, questa specie è stata riconosciuta come tale solo nel 2016, quando un gruppo di ricercatori dopo una serie di studi genetici ha confermato la scoperta di questa nuova vipera presente in una piccola area della regione alpina. Il nome walser deriva dall'area occupata nella quale sono frequenti le antiche abitazioni del popolo walser, di origine vallesana che nel XIII secolo colonizzò una parte delle Alpi italiane. Dal punto di vista morfologico come accennato in precedenza Vipera walser è molto simile a Vipera berus, tuttavia in un buon numero di individui sono state osservate alcune differenze morfologiche che hanno portato gli studiosi a condurre una serie di ricerche per far chiarezza circa la genetica di questi esemplari. La prima differenza sta nella folidosi del capo, il marasso infatti presenta una grossa placca frontale e due grandi piastre parietali, mentre diversi esemplari di Vipera walser presentavano una struttura del capo molto più simile a Vipera aspis, cioè coperto da piccole squame. Altra differenza meno evidente è la lunghezza del muso, walser infatti rispetto a berus presenta una minor distanza tra apice e occhio, conferendole un aspetto più tozzo e meno affusolato, mentre analogalmente al marasso presenta una sola fila di squame sottoculari e una grossa piastra nasale con al centro la grossa narice. La livrea presenta una buona variabilità e un dimorfismo sessuale abbastanza evidente, i maschi sono per lo più di colore bruno, grigio-brunastro o grigio, mentre le femmine seguono le varie tonalità del bruno talvolta scure talvolta molto chiare o giallastre-rossastre. L'ornamentazione è piuttosto simile a quella del marasso con uno zig-zag continuo talvolta con bande ampie talvolta con bande strette, di colore nero-bruno nei maschi e marrone chiaro e rossastro nelle femmine, le quali, così come avviene nella maggior parte dei viperidi europei, risultano meno marcate. Sono stati documentati casi di individui melanotici mentre esemplari melanici non sono ancora stati osservati. Vipera walser occupa habitat differenti, mostrando una tendenza a frequentare zone umide e piuttosto fredde così come accade per Vipera berus, predilige le zone aperte con pietraie sparse e arbustate, soprattutto con copertura vegetazionale a Rhododendron ferrugineum, Erica carnea o Juniperus nana, frequente anche in torbiere e zone umide a quote più basse frequenta le zone ecotonali, i ghiaioni o i muri a secco, ma non ama le zone boscose. Presente da una quota compresa tra i 1000m fino a un massimo di 3000m. Diversi studi genetici hanno dimostrato una vicinanza di Vipera walser alle vipere di origine caucasica (Vipera darevski, Vipera kaznakovi) e con Vipera ursinii, come sia possibile che un membro di questo particolare ceppo genetico sia presente in un areale così distante e isolato non è ancora chiaro, probabilmente si tratta di popolazioni relitto rimaste isolate in seguito al periodo delle grandi glaciazioni, tuttavia eventuali scoperte future potrebbero chiarire la questione.

Vipera walser
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